Differenze sessuali nei ritmi molecolari della corteccia cerebrale

 

 

GIOVANNI ROSSI

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XVIII – 08 maggio 2021.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

Un settore di grande fascino della ricerca neurobiologica è lo studio dei ritmi diurni nell’espressione genica dei neuroni del cervello. Fin dall’inizio, la ricerca in quella branca di studi che è poi si è chiamata cronobiologia è stata focalizzata su attività molecolari in rapporto a funzioni globali del sistema nervoso centrale. Quando si cercava di comprendere la genesi dei ritmi circadiani, prendendo le mosse dai fenomeni neurofunzionali che determinavano il sonno e la veglia, Julius Axelrod, Premio Nobel nel 1970 con Bernard Katz e Ulf von Euler per la scoperta della ricaptazione dei neurotrasmettitori catecolaminici, concentrò l’attenzione sulla ghiandola pineale per comprendere se le variazioni della melatonina fossero causa o effetto della regolazione, e prese a studiare i ritmi dell’enzima N-acetiltransferasi. Dopo aver percorso una lunga via, si giunse all’identificazione nel nucleo soprachiasmatico dell’ipotalamo dell’orologio biologico principale dell’organismo, il “Master Clock”, come si diceva all’epoca, conservando sempre l’attenzione al rapporto tra fisiologia molecolare e sistemica.

La novità della ricerca di epoca contemporanea, che nasce proprio dalle osservazioni sui geni regolatori dell’orologio biologico cerebrale, consiste nello studio delle variazioni dell’espressione genica nel corso della giornata nei neuroni di strutture cerebrali diverse da quelle ipotalamiche preposte alla genesi dei ritmi per tutto l’organismo e sicuramente impegnate in attività cognitive, di regolazione psicomotoria, sensoriale o, più in generale, del comportamento.

Questi studi hanno prodotto una mole notevole di risultati, dai quali sono emersi elementi che hanno portato i ricercatori a indagare la possibilità che esista un dimorfismo sessuale dei ritmi di espressione genica di molecole rilevanti per il funzionamento mentale umano.

Ritmi diurni nell’espressione genica sono stati documentati con precisione nel cervello umano. Sia maschi che femmine presentano ritmi circadiani, ossia di 24 ore, in geni noti per essere appunto “circadiani” ossia soggetti a questa ciclicità nella decodifica. In molte osservazioni è emersa una differenza legata al sesso: nelle femmine i picchi di espressione sono raggiunti più presto o, come si dice in gergo, hanno picchi più precoci. Questo dato ha posto un interrogativo sperimentale quanto mai stimolante: esistono differenze sessuali di grande scala nei ritmi trascrizionali della corteccia cerebrale parallele alle differenze tra i sessi nei ritmi fisiologici e comportamentali?

A questo affascinante interrogativo ha provato a dare una risposta un progetto sperimentale condotto da Ryan Logan e colleghi.

(Logan R. W. et al., Sex Differences in Molecular Rhythms in the Human Cortex. Biological Psychiatry – Epub ahead of print doi: 10.1016/j.biopsych.2021.03.005., 2021).

La provenienza degli autori è la seguente: Department of Pharmacology and Experimental Therapeutics, Boston University School of Medicine, Boston, Massachusetts (USA); Department of Psychiatry, University of Pittsburgh, Pittsburgh, Pennsylvania (USA); Department of Biostatistics, University of Pittsburgh, Pittsburgh, Pennsylvania (USA); Division of Psychiatric Genomics, Icahn School of Medicine at Mount Sinai, New York, NY (USA); Department of Psychiatry, Icahn School of Medicine at Mount Sinai, New York, NY (USA); Mental Illness Research at Medical Center in Bronx, NY (USA); Center for Systems Neurogenetics of Addiction, The Jackson Laboratory, Bar Habor, Maine (USA).

L’eventuale scoperta di un dimorfismo sessuale nell’espressione genica delle cellule della corteccia cerebrale umana, connessa con differenze comportamentali tra uomo e donna, a Ryan Logan e colleghi è parsa una possibilità entusiasmante per distinguere le differenze culturali da quelle biologiche tra i due sessi.

I ricercatori hanno determinato la ritmicità diurna dell’espressione genica per uomini e donne usando dati del sequenziamento dell’RNA ottenuti dalla corteccia prefrontale dorsolaterale (DLPFC) e dalla corteccia anteriore del giro del cingolo (ACC) provenienti da campioni cerebrali prelevati post-mortem. Le differenze sessuali tra i geni ritmici sono state definite usando metodi consolidati: SC (significance cutoffs), TFA (threshold-free analyses) e R2D (R2 difference). È stata valutata la concordanza di fase attraverso DLPFC e ACC per maschi e femmine. Sui geni “significativamente ritmici” sono state condotte analisi per via e fattore di trascrizione.

Consideriamo quanto è stato evidenziato dai risultati delle osservazioni sperimentali.

I geni circadiani canonici avevano ritmi diurni in entrambi i sessi con ampiezza e fase del tutto simili. quando le analisi sono state estese all’intero trascrittoma, sono emerse differenze significative tra uomini e donne nei ritmi trascrizionali. Vi erano quasi il doppio di trascritti ritmici nella DLPFC proveniente da cervelli di uomini rispetto a quella dei cervelli femminili; nella ACC delle donne è stato riscontrato un numero quasi 4 volte più alto di trascritti ritmici rispetto a quella dei cervelli maschili. Questi ed altri dati, per il cui dettaglio si rimanda alla lettura del lavoro originale, suggeriscono un ritmo diurno della trasmissione sinaptica specifico per la ACC delle donne, in particolare per la neurotrasmissione inibitoria GABAergica e per la trasmissione eccitatoria colinergica.

Le differenze fra uomini e donne nella fisiologia ritmica delle molecole dipendenti dai geni testati della DLPFC e della ACC sono notevoli e inoppugnabili, e costituiscono un materiale prezioso per dedurre i meccanismi molecolari che regolano la funzione sinaptica e la neurotrasmissione in maniera dipendente dalle fluttuazioni circadiane dell’organismo secondo criteri fisiologici specifici per ciascun sesso. Tuttavia, siamo ancora lontani dal poter stabilire un nesso diretto fra queste differenze e il comportamento.

 

L’autore della nota ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e invita alla lettura degli scritti di argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).

 

Giovanni Rossi

BM&L-08 maggio 2021

www.brainmindlife.org

 

 

 

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